La recensione del prof. Nocera
Recensione di Salvatore Nocera
L’Editore Franco Angeli ha recentemente pubblicato
l’ultimo di una serie interessanti di libri scritti da Giuseppe
Gitti , fondatore e Direttore del CRO, Centro di
riabilitazione audiofonica e della rivista specializzata “ I
care “, dal titolo “ sordo o Sordo?” col patrocinio della
FIADDA Onlus Toscana, Famiglie Italiane Associate per la
Difesa dei Diritti degli Audiolesi, con prefazione di Oscar
Schindler, pp 156 Euro 20,00.
Il libro è molto interessante poiché affronta un annoso
problema riguardante l’educazione dei sordi circa la
oppotunità/necessità per i sordi nati sordi-profondi di
comunicare con l’oralismo o il linguaggio mimico-gestuale,
oggi riqualificato come LIS, lingua Italiana dei Segni.
La trattazione , con ampie citazioni bibliografiche sia dei
sostenitori della LIS che dei suoi critici primo dei quali
l’Autore, si sviluppa per 11 capitoli ed una conclusione.
Il capo 1 dal titolo “ Il sordo chi è costui?” traccia a grandi
linee la storia di come i sordi sono stati considerati a
partire dall’antichità , dove si apprendono cose assai
interessanti,ignorate dai più. Molto importante apprendere che nel congresso di Milano del 1880 fu sancito il
principio delloralismo come mezzo comunicativo dei sordi in Italia; tale orientamento , allora accettato anche nelle
scuole speciali per sordi, cominciò ad essere contrastato prima e poi contestato dalle stesse scuole speciali e
dall’ENS, ente Nazionale Sordomuti,, quando con gli ultimi Anni Settanta fu sancito con l’art 10 della l.n. 517/1977
il diritto all’inclusione dei sordi nelle scuole comuni.
Il secondo capo intitolato “ Acquisizione o apprendimento della lingua “ è piuttosto tecnico, ma comprensibile, ed
illustra la distinzione tra “ capire, sentire, udire “.
Il terzo capo intitolato “ Protesi acustiche ed impianto cocleare “ mette in luce l’attuale realtà dei sordi prelinguali
( cioè divenuti tali alla nascita o prima dell’apprendimento naturale della lingua orale ) che oggi sono messi in grado
di poter sentire e quindi di poter apprendere la lingua parlata .
Il quarto capo, intitolato “Abilitazione e/o educazione “ piuttosto tecnico, ma comprensibile a tutti, punta
l’attenzione sull’apprendimento della parola con la riabilitazione e la lettura labiale.
Il quinto capo intitolato “Sordità e turbe associate “ fissa l’attenzione sulla negazione del fatto che i sordi abbiano ,
in quanto tali, disturbi specifici di apprendimento.
Il sesto capo intitolato “LIS: linguaggio o lingua?” costituisce una pacata ma pressante critica all’affermazione della
LIS come lingua italiana dei segni, sostenendo invece che trattasi di un linguaggio che manca dei requisiti perché
possa parlarsi scientificamente di una lingua.
Il settimo capo, intitolato “ Bilinguismo “ critica la tesi di chi vorrebbe che i sordi dalla nascita imparassero
dapprima la LIS e poi la lingua orale, sostenendo invece il contrario nel caso un sordo voglia imparare pure la LIS.
L’ottavo capo, intitolato “ L’interprete LIS “ discute su questa figura di mediatore linguistico.
Il nono capo , intitolato “ I sordi profondi parlano “ affronta il dibattito se la LIS faciliti o meno l’apprendimento
della lingua e discute pure dell’importanza della lettura.
Il decimo capo, intitolato “ sordo o Sordo? “ spiega il significato dato al titolo del libro ed è una vibrante
confutazione , pacata ma ferma della LIS come lingua di una minoranza linguistica. La tesi è sviluppata con
condivisibili argomentazioni giuridico-costituzionali, linguistiche ed antropologiche.Queste argomentazioni hanno
convinto le commissioni parlamentari a rigettare una recente proposta di legge tendente a far riconoscere la LIS
come lingua della minoranza linguistica della comunità dei sordi italiani.
Il capo undicesimo , intitolato “ Sordi o disabili “ insiste sul fatto che i sordi , specie in Italia, non possono essere
considerati una comunità, come avviene in America, ove addirittura vi sono gruppi che hanno “ l’orgoglio sordo “,
cioè non vogliono sottoporsi ad interventi chirurgici per poter acquistare l’udito, essendo orgogliosi del loro “ status
“. Per questo nei Paesi anglosassoni la LIS è considerata la lingua dei sordi, mentre in Italia, specie dopo le
moderne protesi e l’impianto cocleare, ormai i sordi sono considerati non più “ sordo-muti “ , ma solo sordi che però
possono imparare a sentire ed a parlare e quindi ad integrarsi nella società senza nulla perdere e senza la necessità
della “ protesi umana “ costituita dagli interpreti gestuali.
Il libro , che non ha gli accenti polemici presenti in precedenti pubblicazioni dell’Autore, si raccomanda per la
serietà di argomentazioni, la molteplicità delle citazioni bibliografiche favorevoli e contrarie alle tesi sostenute e
risulta assai utile alle famiglie che vogliono educare i propri figli sordi , specie se natida genitori udenti, che sono la
quasi totalità, ad una effettiva inclusione sociale. Esso risulta pure assai utile agli operatori dei servizi, specie agli
insegnanti per fugare in loro i pregiudizi inveterati circa l’impossibilità dei sordi profondi ad imparare a leggere,
scrivere e parlare la lingua di tutti.
Salvatore Nocera
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