Punto uno
Il bambino sordo è una persona con disabilità uditiva.
Punto due
I genitori hanno diritto di libera scelta del percorso riabilitativo ed educativo dei propri
figli.
Punto tre
I genitori della F.I.A.D.D.A. scelgono peril proprio figlio la lingua orale rispettando le
eventuali scelte alternative che altri genitori potrebbero preferire.
Punto quattro
Ai figli dei genitori che scelgono l'approccio orale deve essere garantito il protocollo
riabilitativo ed educativo che permette al bambino sordo di seguire adeguatamente
l'iter scolastico di ogni ordine e grado.
Punto cinque
I casi di insuccesso scolastico non sono determinati da mancanza di potenzialità del
bambino sordo ma dalla mancanza di servizi su tutto il territorio nazionale.
Punto sei
Sul piano culturale è impossibile pensare che il figlio sordo di genitori udenti, così come
il figlio udente di genitori sordi, faccia parte di un'altra cultura solo per il fatto di
essere sordo od udente.
Punto sette
La conoscenza della lingua orale rappresenta la premessa per l'integrazione della
persona sorda.
Punto otto
Tenuta presente la dimostrata possibilità per tutti i sordi profondi, senza problemi
associati, di apprendere la lingua orale si ritiene che sia più importante ed idoneo dal
punto di vista sociale, culturale, economico investire risorse per dare la possibilità a
tutti i bambini sordi di apprendere la lingua orale.
Punto nove
Una lingua non può essere né imposta né soppressa a termini di Legge e quindi anche la
lingua dei segni rientra nella fattispecie.
Punto dieci
Nei casi in cui per mancanza di servizi o per inadeguatezze cognitive od altri disturbi sia
stato impossibile accedere alla competenza linguistica, si ritiene più opportuno,
limitatamente a quei casi, utilizzare un linguaggio bimodale (lingua orale e lingua
gestuale) e cercare di raggiungere una sempre più adeguata capacità di utilizzare in
modo funzionale il maggior numero possibile di parole.
Punto undici
E' infatti molto più utile e funzionale per la persona sorda una lingua verbale
elementare, in quanto consente un minimo di relazione delle attività quotidiane,
piuttosto che l'evetuale conoscenza di una ipotetica lingua gestuale non conosciuta dal
tessuto sociale.
Punto dodici
Poiché non è possibile apprendere asetticamente una lingua, qualunque essa sia, e
quindi anche la lingua dei segni, riteniamo inefficace ed onerosa l'organizzazione
generalizzata di corsi di lingua dei segni.
Punto tredici
Tenendo presente che non esiste una lingua dei segni, ma tante lingue dei segni quanti
sono i circoli dei sordi, a tal punto da doversi chiedere se sia utile l'interprete sulle reti
televisive nazionali, riteniamo assurdo istituire una figura di interprete di una lingua
inesistente sul territorio nazionale e comunque non prima scelta dei genitori dei
bambini sordi.
Punto quattordici
La figura dell'interprete è indispensabile per i soggetti monolingui e quindi è evidente
che coloro che ritengono sia necessaria la lingue dei segni non ritengono possibile per il
bambino sordo l'apprendimento della lingua orale.
Punto quindici
L'interprete non solo è di per sé emariginante, ma favorisce l'emarginazione, limita
l'autonomia personale e crea assistenza e dipendenza continuativa.
Punto sedici
La formazione e la distribuzione capillare su tutto il territorio nazionale di figure
professionali di lingua gestuale è inutile ed estremamente dispendiosa perché
difficilmente utilizzabile per il ridotto numero e la distribuzione geografica degli
studenti sordi che la utilizzano.
Punto diciassette
Tenendo presente il numero dei sordi profondi (0,4 ‰ – 23.000 in Italia) cioè tutti coloro
che anche con le protesi acustiche non riescono a discriminare, si evince con un
semplice calcolo aritmentico che in ogni classe di scuola su tutto il territorio nazionale
sono presenti al massimo 220 sordi profondi. È contro lo spirito della normativa pensare
di accorpare nella stessa classe gruppi di sordi in quanto dovrebbero essere sradicati
dalle loro famiglie e dal loro contesto sociale.
Punto diciotto
Tenendo presente che non è possibile imparare una lingua se non per esposizione alla
lingua stessa, è evidente che la persona sorda per acquisire il linguaggio verbale orale
deve vivere in una comunità di parlanti.
Punto diciannove
A questo proposito si segnala che, nonostante l'avvento delle protesi acustiche e
dell'impianto cocleare, la percentuale di persone sorde comunemente riportata da testi
e riviste rimane invariata all'1-1,5 ‰ senza operare le opportune e fondamentali
distinzioni.
Punto venti
Tutti gli sforzi devono essere concentrati sull'efficienza dei servizi di riabilitazione per
rendere possibile una adeguata integrazione del bambino sordo nella scuola e nella
società di tutti.
Punto ventuno
Gli insegnanti di sostegno possono, attraverso lo strumento della semplificazione,
assumere il ruolo di mediatori attraverso la lingua orale, che è la lingua di tutti.
Il sordo profondo senza turbe associate riuscirà sicuramente ad apprendere la lingua
verbale usufruendo della lettura labiale, anche se non potrà mai, a differenza del sordo
medio-grave ben protesizzato, diventare “udente”.
Punto ventidue
Per i bambini sordi profondi devono essere messi a disposizione strumenti indispensabili
per loro, ma utili per tutti, per poter accedere a tutte le informazioni e le conoscenze
non solo a scuola, ma anche nelle attività quotidiane. Gli strumenti non specifici sono
quelli che visualizzano la lingua orale (videoscrittura, display luminosi, stenotipia, fax,
lavagna luminosa, sottotitolatura, SMS, email, …). Sottolineiamo che fra due strumenti
che possiedono la stessa valenza per la persona sorda debba essere proposto
culturalmente quello che è utile per tutti. Meglio, ad esempio, il videotelefono che il
DTS.
Punto ventitre
Non vogliamo assolutamente negare il valore sociale che può rivestire il linguaggio
mimico-gestuale per molti sordi adulti e anziani che non hanno potuto acquisire la
parola. Per costoro deve essere previsto l'interprete da loro scelto.
Punto ventiquattro
Riteniamo comunque che anche a questi sordi adulti sia doveroso offrire l'accesso a
corsi di formazione permanente di lingua verbale che permetta maggiore opportunità di
integrazione.
Punto venticinque
Riteniamo indispensabile la divulgazione e la sensibilizzazione delle
modalitàcomunicative verbali e delle necessità “visive” della persona sorda. Oltre alla
necessaria sensibilizzazione per l'abbattimento delle barriere della comunicazione e
delle barriere culturali è necessario attivare in caso di necessità servizi di mediatori
della comunicazione verbale gestiti da enti ed associazioni.
Punto ventisei
Riteniamo che la polemica fra oralisti e gestualisti debba concentrarsi su un solo
quesito: la persona sorda ed in particolare il sordo profondo ha o non ha nela situazione
attuali di servizi e strumenti la possibilità di apprendere in modo adeguato la lingua
verbale e di integrarsi nella società di tutti? La risposta a questa domanda non è solo
teorica, infatti tanti nostri figli sordi profondi oggi frequentano la scuola e l'Università e
tanti meno giovani sono integrati nella vita di relazione sociale e culturale nel loro
contesto. Eessi trascorrono serenamente la loro vita al di sopra e al di fuori di
qualunque organizzazione associativa per sordi, ritenendosi persone tra persone.
Punto ventisette
Riteniamo pertanto che tutti coloro che rivestono ruoli istituzionali debbano appurare la
veridicità di quanto affermato e, se è vero che tutti i bambini sordi compresi quelli con
sordità profonda hanno la possiblità di apprendere la lingua orale, non devono più
esistere motivi di contenzioso in quanto tutti devono operare affinché l'integrazione
della persona sorda diventi realtà per tutti e su tutto il territorio nazionale.
Assunti fondamentali della FIADDA TOSCANA
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